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Pila di libri

Io abito in due mondi.

Uno è quello dei libri.

- Una mamma per amica -

Recensione "Città di Ottone" di S. A. Chakraborty. Ve lo consiglio?

  • Immagine del redattore: Alessia
    Alessia
  • 5 ott 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Fermi! Date un'occhiata alla legenda prima di iniziare a leggere la recensione:

Quello che leggerete proviene dalla mente di Alessia. Miriam è un po' terrorizzata da questi libri, ma sto provando a convincerla.

Prima di partire con la recensione del primo libro, ci tengo a fare una piccola premessa: la lettura di questa saga mi sta richiedendo non poco tempo, sia lo stile di scrittura che il contesto sono parecchio impegnativi, infatti, questi non sono libri che riesco a leggere "nei momenti morti", ma soltanto quando ho abbastanza concentrazione da prestare a cosa è scritto. Di conseguenza, sto ancora leggendo il secondo libro della trilogia, ma il primo mi è piaciuto così tanto che non potevo di certo lasciarvi senza recensione!

In più, la mia cara amica Miriam, mi ha fatto scoprire la bellezza di leggere saghe del genere senza andare a cercarmi spoiler su Wikipedia o Pinterest per anticiparmi quello che potrebbe succedere più avanti, anche perché, se lo avessi fatto con i libri della Chakraborty, a quest'ora sarei finita sicuramente nel pericoloso girone del "blocco del lettore".


Detto ciò, per quanto riguarda i personaggi, Nahri, è la protagonista: una ladruncola eccellente dai poteri straordinari e che, grazie a questi, è in grado di far guarire se stessa e gli altri molto velocemente. Non crede troppo alla magia, ma allo stesso tempo pratica degli antichi riti di guarigione pericolosi. Una sera, dopo aver praticato l’ennesima zār, si imbatte in un antichissimo guerriero, Darayavhoush (ma per gli amici solo Dara oppure Il Flagello) che la condurrà verso una città (di ottone), promettendole di starle accanto, nonostante i mille ostacoli che incontreranno durante il cammino. Dara e Nahri sono l’accoppiata perfetta che ha reso la narrazione di questo libro molto gradevole, affiancata dai capitoli narrati dal punto di vista del principe Ali che ci permetteranno di avere una visione a 360º di Daevabad e la corruzione che vi aleggia.

Il doppio POV di questo libro l’ho trovato decisamente un fattore negativo, che, tra l’altro, inizia ad acquisire un senso soltanto verso la fine, ma a discapito della parte narrata dal punto di vista di Nahri. I primi 10 capitoli sono letteralmente volati in termini di tempo: a noi sembrano passati pochi giorni, mentre Nahri parla di “mesi trascorsi con lo schiavo daeva”, il che toglie spazio alle scene che sicuramente ci avrebbero permesso di conoscere meglio lo sviluppo del loro rapporto (e che ci sarebbero anche interessate di più).

Come già vi ho detto prima, si tratta di un libro intricato, ricco di descrizioni e terminologie (tante terminologie) che spesso portano a perdere la concentrazione su quello che realmente sta accadendo. Infatti, più volte, mi sono dovuta affidare alla legenda presente alla fine del libro, in modo da ripassare i significati e gli inciuci tra tribù rivali dell'Antico Egitto. Nonostante io mi trovi a metà del secondo libro, però, non vi saprei ripetere con esattezza il motivo per il quale i jinn ce l'hanno tanto con gli shafit oppure perché a pagina 200 ancora non sia successo nulla di rilevante. Se il primo libro di 500 pagine me lo sono divorato in meno di una settimana, con il seguito mi sto trovando un po' in difficoltà. Sarà il periodo che coincide con l'inizio delle lezioni in università o il fatto che la narrazione stia andando particolarmente a rilento, ma non riesco a godermi la storia che tanto ho apprezzato in Città di Ottone.

Una cosa è sicura però: il mio amore verso Dara va oltre ogni immaginazione e, grazie al triplo POV del Regno di Rame, possiamo comprendere al meglio la sua vita e ciò che prova per Nahri, nonostante vi sia un salto temporale di ben 5 anni dalla fine di Città di Ottone.

Infatti, il secondo libro si concentra sull'alternanza del punto di vista della Banu Nahida, Nahri, del principe Ali e dello shafit Dara, le cui vite sembrano non incrociarsi mai nonostante siano sempre così vicini l'uno dall'altro. Tutti e tre accomunati da un unico obiettivo che vede al centro dell'attenzione la sconfitta del re Ghassan al Qahtani, il quale manipola Nahri, ma non solo, anche la popolazione degli shafit tanto cari al principe Ali, mandato in esilio dal re con la scusa di favoreggiamento nei loro confronti e chissà se sarà in grado di ritornare a Daevabad e dalla sua famiglia.


Che dire: arrivata a questo punto del libro mi aspetto che accada di tutto, ma allo stesso tempo spero non mi spezzi il cuore (anche perché dopo aver letto quasi 2000 pagine, come minimo, deve concludersi bene).

È da diverso tempo che non mi capitava di leggere una storia così bella e il fatto che sia altrettanto intrigata non deve essere un fattore negativo, anzi, vorrei che tutti voi che state leggendo questa recensione poteste dargli almeno una chance, soprattutto se siete amanti delle storie slow burn, intrighi amorosi e corruzioni di corte.

Se lo avete letto e vi va di farmi sapere qualcosa al riguardo (senza spoiler!), sono ben contenta di leggere i vostri pareri e, nel caso, condividere con voi il mio amore spassionato per Dara.





Se vi ho convinti, cliccate sul tasto qui in basso e correte ad acquistarli!


 
 
 

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