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Pila di libri

Io abito in due mondi.

Uno è quello dei libri.

- Una mamma per amica -

Recensione "Love on the Brain" di Ali Hazelwood. Perchè non leggerlo.

  • Immagine del redattore: Miriam
    Miriam
  • 9 set 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 21 set 2022


Fermi! Date un'occhiata alla legenda prima di iniziare a leggere la recensione:

Tutto quello che leggerete è frutto della mente delusa di Miriam. Alessia non ha voce in capitolo perché non legge in inglese.

A seguire uno sproloquio molto dettagliato su un libro che non mi è piaciuto. In poche parole se volete leggerlo e gustarvi la lettura senza pregiudizi, vi suggerisco di fermarvi qui.

Se volete evitare di rimanere delusi, come lo sono stata io, prima che faccia la sua sicura comparsa in Italia - buona lettura.


Questo libro mi ha suscitato un solo ed unico stato emotivo: irritazione.

Ora, vi parlo come una persona che ha adorato The Love Hypothesis, da questo romanzo non mi aspettavo molto, ma se non molto, almeno qualcosa. Quello che mi sono ritrovata per le mani però mi ha delusa a dei livelli che pensavo non fossero raggiungibili.


Partiamo dai lati positivi.

La scrittura è scorrevole, sono riuscita a iniziarlo e finirlo in circa due giorni. Come in tutti i lavori della Hazelwood, il filo conduttore è mettere in evidenza le donne in STEM e come il mondo si relaziona con loro (spoiler: male. In qualsiasi caso, si comportano veramente molto male, tranne che per il paladino con l'armatura luccicante logicamente).

Se vi state chiedendo che cosa si intenda con "women in STEM", la risposta è semplice: sono donne impiegate nell'ambito della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Ambiti considerati prettamente maschili e dove le donne sono viste con un occhio strano e generalmente di sfiducia. Mi sentirei di dire, non solo in America e questo è reso bene nei romanzi dell'autrice.


Passiamo ai lati negativi. (Da questa parte iniziano gli spoiler!)

Il lato negativo principale è libro in sé.

Ok, no, a parte gli scherzi, ora vi spiego perché sono arrabbiata con Ali.

Abbiamo una protagonista (Bee e no, non è un'abbreviazione. I suoi genitori l'hanno veramente chiamata "ape") che è una neuroscienziata e si ritrova a collaborare con la NASA per progettare dei caschi che permettano di aumentare il livello di attenzione degli astronauti mentre si trovano nello spazio.

Bee è tra i migliori nel suo campo ed è una donna - logicamente - e lei, per sfogarsi delle in giustizie della vita, ha creato un account twitter (@WhatMarieWouldDo se vi chiedete perché Marie, il motivo è che Bee ama Marie Curie) che riunisce tutta la comunità di donne nel campo scientifico, permettendo loro di legare proprio sulle discriminazioni che subiscono e comunque lamentarsene, perché si sa che lamentandosi con altri che capiscono la propria posizione è sempre meglio. Su questo social, diventa amica, messaggia ed è supportata dall'account di un uomo nel suo stesso campo.

Da questa amicizia non escono nomi e non vengono definiti i loro lavori nello specifico, ma vengono scambiate confidenze abbastanza specifiche (è importante per dopo) come il fatto che lui sia innamorato da sempre della stessa persona, che questa però sia sposata e che lui si stia preparando per lavorare per qualche mese a stretto contatto con lei. In più, che strano! Anche la nostra Bee inizia un nuovo progetto con quella che è la sua nemesi lo stesso giorno in cui il suo amico rivedrà quella che è soprannominata "La Ragazza".

La nostra ingenua protagonista, pronta a iniziare il nuovo lavoro a stretto contatto con quello che è stato un suo compagno all'università e che quindi conosce da molto, ma con il quale non ha nessun rapporto perché lui ha sempre cercato di girarle alla larga; non sospetta nulla.

Qui iniziano i miei problemi.

Crei una donna di scienza, intelligente, che porta avanti studi indipendenti, che si basa su prove scientifiche per i suoi lavori e tu, autrice, sorvoli completamente sul fatto che la tua protagonista diventa all'improvviso così socialmente incapace da non capire che il suo collaboratore è anche il suo amico online che è anche innamorato di lei da un secolo e per questo motivo non riesce ad avere un rapporto con lei.

Nel caso non si fosse capito ODIO quando i personaggi vengono resi stupidi solo per lo scopo della storia. E soprattutto odio il misunderstanding trope.

Come la protagonista di The Love Hypotesis, anche Bee è orfana e, a loro modo, hanno entrambe problemi con le relazioni. Bee è stata tradita, ripetutamente dal suo fidanzato dei tempi dell'università, quindi adesso, non crede più nell'amore, perché "le persone se ne vanno sempre".

Quindi, nel momento in cui il temibile Levi (che non l'ha mai odiata, ma solamente evitata perché soffre di problemi di comunicazione) le confessa di essere innamorato di lei dopo aver scoperto che lei non è effettivamente sposata perché, come detto prima, il fidanzato dell'università la cornificava a destra e a manca, Bee decide che non è nulla di importante perché, ripeto, nessuno resta per sempre secondo lei.

MA, nel mentre, si trasferisce praticamente a casa di Levi fingendo di non esserne innamorata, per approfittare della momentanea situazione che si è creata e ottenere "dell'ottimo sesso". (Sì, in questo libro la Hazelwood si è sbottonata un po' di più rispetto all'altro romanzo).

Nel mentre, sul lavoro iniziano a succedere dei fatti misteriosi che i nostri due scienziati non riescono a capire e il tutto culmina in due eventi principali: il primo è che qualcuno, dall'account twitter di Bee ha mandato dei messaggi ad uno degli oppositori di un movimento che lei stessa aveva avviato sul social per cercare di eliminare il test di ingresso all'università. Questo fa nascere un putiferio che mette in cattiva luce la figura virtuale di Bee che passa da essere una paladina, a ricevere minacce da quelle donne che la sostenevano.

Poco dopo aver scoperto di essere stata hackerata, l'esperimento sul casco per gli astronauti, ha il primo test pubblico che va terribilmente male.

Si scopre poi, e questo è quello che mentre leggero mi faceva dire "ma perché?", che quello che si professava amico e collega di tutti (Guy) aveva mandato i messaggi su twitter dall'account di Bee, sabotava il lavoro sul casco e, quando vede che lei si avvicina a scoprire chi è il colpevole, nel bel mezzo della notte, negli uffici della NASA (perché tutto deve sempre succedere di notte, non si può aspettare la mattina per risolvere i propri dubbi), la minaccia con una pistola. L' unica mia speranza, a questo punto del libro, era che non diventasse un film di "Mission: impossible". Ma no, miei incubi stavano diventando realtà.

(Posso dire che la conversazione che avviene tra i due è tra le più cringe che io abbia letto e quindi non ve la riporto, ma vi dico che comprende un "Io non ti ucciderò, salterai dal cornicione di tua spontanea volontà")

Comunque, escluso l'intervento di un gatto (Sì, io ho scritto giusto e voi non avete sbagliato a leggere. Un dannatissimo gatto.) arriva LUI. Levi, il nostro magico cavaliere a cavallo. Eh già.

Poi vissero tutti felici e contenti. (Questo racchiude abbastanza bene l'ultimo paio di capitoli.)


Di seguito altri dettagli cringe: Lei sviene. Sempre. Vede un ragno e sviene. Stress? Sviene. Ok, ho capito che la Hazelwood le ha diagnosticato questo complesso. Che la sua pressione non funziona al massimo, ma diamine, è il caso inserire uno svenimento una volta ogni due capitoli?

A metà libro la nostra Bee decide di farsi una corsetta. In un cimitero. Dopo esserci rimasta chiusa dentro, essersi fatta salvare da Levi munito di scala ... scopre di aver perso le chiavi di casa quando è caduta su una tomba. (Su questo preferisco astenermi)

Sono entrambi vegani per colpa di traumi legati ad animali vivi e poi non più molto vivi, quando erano piccoli. Non sarebbe cringe se non per il fatto che quando è stata introdotta questa nozione sembrava che lui l'avesse fatto per amor di stalkeraggio. (Poi si scopre di no, ma oramai la mia idea di stalker si era cementata.


CONCLUSIONI

Apprezzo i cliché, veramente. Nei romanzi rosa mi fanno sorridere e mi inteneriscono, ma in questo romanzo no.

Il motivo è semplice. Ci sono quei romanzi rosa che vengono venduti proprio come rosa, di quelli da leggere prima di andare a letto o in spiaggia. QUESTO romanzo è stato pubblicizzato come Il Romanzo Rosa qualcosa di alta qualità e per niente scontato.

Non fosse stato soggetto a tutta questa campagna di hype e non fosse arrivato dopo The Love Hypothesis, forse l'avrei apprezzato di più perché non avrei avuto uno standard in mente.

Sono solo rimasta molto delusa ecco. Nel caso non l'avessi ancora detto.

Quindi, SE volete leggerlo, l'avete già letto e vi piacerà o vi piace già, sono contenta per voi perché la sensazione che ho provato io, una volta finito di leggere, è una di quelle sensazioni che un lettore si augura di provare il meno possibile.




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